Awad ha 32 anni ed è egiziano. E’ da pochi mesi in Italia e nonostante non abbia ancora imparato la lingua ha già trovato un lavoro come facchino. Ogni sabato si ritrova con i suoi compaesani in un piccolo parco a giocare a calcio. Molti di loro indossano maglie da calcio delle squadre italiane. E’ preoccupato per il suo lavoro, per la crisi e per delle leggi molto restrittive rivolte agli immigrati.All’angolo fra via Bovisasca e via Cosenz c’è la “Locanda”, gestita da Massimiliano. Max, così lo chiamano, si definisce il “portinaio della Via Bovisasca”, un po’ per la posizione centrale, un po’ perché tutto gli scorre intorno. Massimiliano ha vissuto la Bovisa degli ultimi 4 anni, quella delle grandi trasformazioni, quella delle demolizioni e dei campi rom. “Gli fornivo acqua e cambiavo le monete a giorni e orari precisi. Un accordo con loro per una pacifica convivenza. La guerra, di principio, non la si fa a nessuno”.