I volti della Bovisa
La Bovisa è un quartiere dalle mille trasformazioni, un territorio frammentato, nel quale convivono diverse identità. Inizialmente era una delle zone agresti a nord di Milano, ma nel secolo scorso le grandi trasformazioni industriali portarono alla presenza di moltissime fabbriche che resero la zona una delle aree più densamente popolate di Milano dalle tute blu. Ora sopravvivono ben poche fabbriche. Una di queste è l’Oleificio Balestrini, ora sede delle Cristallerie Livellara, vero e proprio monumento di archeologia industriale. Gli edifici svuotati sono rimasti a lungo una presenza muta subendo il crollo giorno dopo giorno e pezzo dopo pezzo. L’abbandono dell’attività industriale ha portato il quartiere ad essere considerato zona marginale e dimenticata. Oggi tuttavia accoglie strutture come il Politecnico, l’Istituto Mario Negri, la Triennale e grattacieli che ospiteranno sedi di importanti società. Le mutazioni di uso del suo territorio, da zona industriale a polo studentesco, abbracciano anche la storia di migrazioni umane e di mestieri ormai scomparsi. Ed è indagando queste realtà, in questo quartiere di periferia, che si entra in contatto con un microcosmo attivo e intraprendente.Tante le persone che non vogliono dimenticarne le origini proprio per contrastare le trasformazioni che stanno portando alla cancellazione forzata delle antiche origini del quartiere.